Il Bosco sta perdendo il 30% dei suoi alberi a causa del taglio del legname. Si tratta di un cambiamento significativo per l’ecosistema del aria forestale, che comporta una perdita di nutrienti, un cambiamento del clima interno del bosco e una diminuzione della biodiversità.

Nel mio processo di ricerca ho intervistato diversi agenti del processo, il proprietario del bosco, il boscaioli, la guarda forestale, un ricercatore forestale e altri, chiedendo come il taglio influenzerà il bosco, il suo habitat e la sua biodiversità. Da questa ricerca è scaturita la motivazione a compiere un’azione di attenzione, a prendersi cura della terra e a rigenerare un sano processo di riforestazione.

Gli incontri e le interviste mi hanno fatto capire che il bosco, in questo momento, ha bisogno di essere curato in molti modi. La parte più volatile di questo processo è il suolo del bosco. Non solo il boscaioli devono fare molta attenzione ai loro movimenti nel bosco con i loro veicoli (in passato si usavano i cavalli per portare via la legna dal bosco), ma bisogna anche fare attenzione a mantenere l’umidità del suolo, una volta terminato il lavoro.

Nel nostro caso specifico, il processo di taglio terminerà durante l’estate, quando il sole colpisce un bosco meno denso e quindi la secchezza può danneggiare i processi di rigenerazione naturale del bosco e il suo habitat. i boschi dopo il taglio sono più suscettibili agli incendi boschivi perché la luce del sole penetra nella chioma rada, seccando e riscaldando il suolo del bosco, che diventa molto più vulnerabile agli incendi.

Per questo motivo, espongo i piccoli rami rimasti dal taglio massiccio del legno e li dispongo in modo da mantenere l’umidità del suolo e proteggere gli alberi dall’erosione del terreno. Questo è il linguaggio centrale di un’azione scultorea di cura.

In vari punti, le diverse voci che ho incontrato nel mio processo possono essere ascoltate attraverso un’opera sonora, che riflette la complessità del rapporto tra l’uomo e il bosco, tra l’uomo e la natura.